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05-12 AGOSTO [5]
di Nik Zanella
La swell che era cresciuta nella scorsa settimana ora è ferma sui classici 4 ft. (per previsioni onde vai a www.fnoc.navy.mil/PUBLIC/WAM/wam.html e clicca su "indian ocean"). Surfare torna ad essere un gioco facile ed innocente. Il pomeriggio passo un po’ di tempo al moletto coi captain delle barche, il punto di ritrovo è una capanna di stuoie ed una strana sedia-sdraio a tre posti chiamata "Joli" in maldiviano. Riusciamo a comunicare nonostante le barriere linguistiche. Mi confermano di essere mussulmani e che la musica che sentiamo spesso in barca sono preghiere. Mi offrono betel e vedo come lo confezionano qui. Masticare betel è un "vizio" come il fumo ed è diffusissimo in tutto il sudest asiatico dall’India a Taiwan attraverso Bali. Di forma è simile alla noce moscata, la tagliano a fettine (tipo truccioli) e la masticano da sola o accompagnata con calce (la punta di uno stuzzicadente), una pasta rossa dolce e piccante (ingredienti ignoti) e un chiodo di garofano. Masticando diventa un bolo rosso che i locali immagazzinano tra labbra e gengive e di cui bevono il succo dagli effetti eccitanti. A me però il bolo fa un bel zero anzi si sgretola in bocca, mi macchia di rosso i denti e mi provoca un singhiozzo insopportabile. Sputo il tutto e loro ridono! Rimango tutto il giorno coi denti rossi e un’alito da dopo dentista!
Alle sei le ultime barche tornano da Sultans, quando i boatmen se ne vanno mi sposto sulla torretta e ripercorro mentalmente le cose più belle che mi sono successe. Le onde di Pasta prese coi ragazzi di Byron, i tubazzi a Sultans, le tartarughe viste da sotto, i duck dive a occhi aperti, i delfini e il loro linguaggio di fischi, le mante e le facce serene dei locali. Mi scopro ancora a sorridere da solo e ad applaudire ai set nella luce del tramonto.
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